Primi non per caso, poi che sarà sarà

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Addormentarci ieri sera non è stato facile, l’adrenalina era tanta e non accennava a scendere. Ritrovarsi lì, per quanto quasi insperato (quasi, perché in cuor nostro ci speriamo sempre) non è casuale. Il Lecce è lì dove merita di stare per quanto fatto finora, per quanto ha espresso sul campo, perché ci è arrivato solo con le sue forze e con il gioco.

Vincere tre partite consecutive in casa non è mai semplice, ma la cosa più straordinaria è come queste vittorie sono arrivate, ovvero sempre meritatamente, sempre attraverso una dimostrazione di forza impressionante.

E sono arrivate in tre partite completamente diverse, contro avversari con caratteristiche differenti. La prima contro un Ascoli che lasciava spazi ampi al gioco giallorosso, la seconda contro una diretta concorrente che gioca a pallone, che fa molto pressing ed ha giocatori di alta qualità e la terza contro la squadra che meglio di tutte sa chiudersi, fare densità a centrocampo, impedire il gioco, che infatti ha tardato ad arrivare. Ma questo Lecce sembra trovare sempre la strada del gol ed essere convincente e vincente. Un Lecce maturato di tanto anche nella gestione dei momenti della partita, l’unico vero limite che questa squadra aveva in passato.

Ora però, dopo questa grande abbuffata, bisogna essere consapevoli che è stato fatto tanto, ma non è stato ancora fatto nulla. È stato fatto tanto, perché l’obiettivo primario è ormai raggiunto da settimane, lo step successivo è stato raggiunto proprio ieri (la certezza di partecipare ai playoff), ma non è stato ancora fatto nulla perché la griglia play off è imprtante, ma soprattutto l’obiettivo ultimo è lì a portata di gol, distante solo 6 partite, tutte difficili ma nessuna impossibile per questa squadra.

E se calcoli finora non ne sono stati fatti è giusto continuare su questa strada, non farne neanche ora, giocare per vincere sempre, a partire da Cremona, perché giocare e vincere  sono nel DNA di questo Lecce e, poi, comunque vada sarà stato un anno straordinario.

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